Chiara Lorio
VILLANOVA GUIDONIA RM: Acciarini, Cruciani(K), Toti, Grimaldi, Gloria, Lorio, Sabbi, Sorrentino, Gatto, Barbabietola, Oliva,Munafò(L). All. Di Stefano
PORTOCERVO OLBIA SS: Agri, De Cortes, De Cortes S, Derosas, Flammini, Grazietti, Piccioni, Podda(K), Scoglia,Spano, Tosada. Ruzzini(L). All. Ferrante.
Che in ogni partita ci sia un vincitore e uno sconfitto, la pallavolo ce l’ha insegnato da tempo. Che il vincitore possa trovare il più grande ostacolo alla vittoria in se stesso, pare essere il nodo centrale della storia del Villanova Guidonia, matricola che ben si sta comportando in questo avvio di stagione,ma che troppo spesso complica tutto, rischiando di compromettere agonismo, caparbietà, capacità tecniche e talento da vendere di cui invece non sembra mancare.
Anche la partita di oggi, contro la piu esperta e rodata Pallavolo Olbia, mette in luce questo aspetto della formazione di Di Stefano. Dopo un avvio di gara spumeggiante, Sabbi e compagne spengono l’interruttore, consentendo a Piccioni e Flammini di farsi largo nella difesa, ricordando alle neo-promosse romane di trovarsi di fronte ad una delle squadre maggiormente quotata per la promozione nelle previsioni di inizio stagione, assieme a Cittaducale e Todi. Villanova sbaglia, sbaglia e concede troppo in ricezione e difesa, fatica a prendere le misure a muro; dall’altra parte, Spano costruisce una manovra offensiva precisa ed efficace in ogni momento, che porta le sarde alla vittoria del primo parziale col punteggio di 23-25.
Al cambio campo, Di Stefano sceglie di dare fiducia alla formazione in campo, e la scelta si dimostra azzeccata: con una migliore collaborazione tra il muro e la difesa,di cui Munafò continua ad essere impeccabile protagonista, cresce il livello di gioco della formazione di casa, Sabbi, Acciarini e Toti dalle ali possono alternarsi efficacemente ai giochi di Lorio e Gloria, quest’ultima apparsa in grande spolvero in giornata, e Gatto non ha difficoltà a costruire un gioco più ordinato che tiene testa ad un Olbia via via più fallosa e costantemente fermata a muro nel gioco al centro. Toti e compagne si aggiudicano il set per 25-20. Stesso risultato per il terzo parziale, in cui sarà il numero di errori maggiore, rispetto alle più ordinate romane, nella formazione di Mister Ferrante, con Piccioni che non riesce a tirare la sua squadra fuori da situazioni di svantaggio e Flammini sostituita da De Cortes. Tra le fila del Villanova, assolo di Gloria che trascina le sue alla vittoria con una superba prestazione in attacco. Quarto set, Lorio e compagne si complicano la vita, e nonostante l’ennesima partenza coi fiocchi, si lasciano tramortire dalla rinascita di Piccioni, autrice di uno straordinario finale di gara: a lei la quasi totalità dei palloni, e a lei il merito di averli messi giù senza timore, lasciando a guardare la difesa romana. Confusione crescente ed efficacia in calo, errori in battuta e disattenzione nei particolari, sembrano essere tutto ciò che la formazione di Di Stefano sia in grado di opporre alla marcia delle sarde. Finale di set caotico, tra decisioni arbitrali dubbie e l’infortunio di Agri per l’Olbia, la palla cade per l’ultima volta nel campo delle romane, chiudendo così il set a favore delle ospiti, meritevoli di non essersi fatte scoraggiare dallo svantaggio. 2 – 2 dunque, tutto si decide in quindici minuti: Villanova entra in campo nuovamente lucido e aggressivo, il turno in battuta di Lorio porta la formazione tiburtina avanti sul 5-1,e al cambio di campo la situazione è di poco cambiata. E’ ancora una volta negli ultimi sgoccioli del set che la paura e l’incapacità di chiudere sembrano essere i nemici più grandi della ancora immatura formazione del presidente Mares: dall’14-10 si dovrà assistere ad un’ennesima rimonta del PortoCervo, sottoscritta sempre dalla solita Piccioni, prima di poter chiudere questo lunghissimo match(2 ore e oltre di gioco) col punteggio di 15-13 per il Villanova Guidonia, che ferma così una squadra temibile e sicuramente fastidiosa per tutte le formazioni del girone. Due punti presi e uno perso, un punto che le ospiti hanno sicuramente meritato, ma che forse è stato lasciato sfuggire con eccessiva superficialità, che andrà curata e levigata con un paziente e profondo lavoro di gruppo, e di cui il tempo stesso sarà probabilmente il miglior dottore.
|